L’attività fisica adatta alla propria età e tipologia di allenamento è importante per mantenersi in forma. Lo stesso vale per l’alimentazione, che fornisce le sostanze necessarie per il benessere e per ottenere una buona performance. Anche nell’allenamento e nel regime alimentare quotidiano è però necessario avere misura e buon senso. Al workout è necessario, infatti, far seguire adeguati periodi di riposo dopo la palestra (LINK), mentre l’alimentazione per gli sportivi deve essere equilibrata e comprendere tutti i nutrienti per assicurare energia e ricostituire i muscoli. Senza le corrette indicazioni del trainer e del nutrizionista si può andare incontro a scelte sbagliate, esagerando nell’allenamento e assumendo un atteggiamento troppo restrittivo nei confronti del cibo. In questo articolo scopriamo quali sono i più frequenti disturbi alimentari e in che modo ci può essere un collegamento con lo sport. Inoltre vediamo come è possibile individuarli, imparando a riconoscere segnali apparentemente banali, per risolverli e ritrovare il benessere psicofisico.
Sport e disturbi alimentari, che cosa succede?
Le correlazioni tra sport e disturbi alimentari sono spesso sottovalutate. Una persona che si allena in modo intenso, seguendo un regime salutista a tavola è spesso molto magra e tonica. Attenzione, però: l’impegno verso la salute può talvolta evolvere in un salutismo estremo e controproducente. I comportamenti alimentari scorretti sono dettati dalle stesse convinzioni sbagliate che spingono a praticare troppo esercizio fisico: ci si allena in modo esagerato, senza riposare, ci si priva di cibi utili che sono, a torto, considerati nocivi. Il rischio si corre soprattutto per le attività sportive che richiedono magrezza oppure tono muscolare intenso come per esempio danza, pattinaggio, ciclismo, atletica, pesi. Non è più una sana ricerca del benessere, ma disturbi del comportamento che causano difficoltà quotidiane, isolamento sociale e problemi alla salute.
Ortoressia: significato, sintomi e cura
Il termine ortoressia deriva dal greco antico “orthos” ossia “retto, diritto” e “rexis”, che significa appetito. L’ortoressia è un disturbo della condotta alimentare, come l’anoressia o la bulimia, con manifestazioni del comportamento simili a quelli dei disturbi di tipo ossessivo-compulsivo.
Chi ne soffre sceglie ossessivamente solo i cibi che, a suo parere, farebbero bene alla salute, eliminando tutto quello che potrebbe rappresentare un rischio, evitando accuratamente alimenti che rappresentano invece solo un innocuo piacere, come un biscotto o un cioccolatino. Si concede solo alimenti che considera genuini, sani, “puri”, privandosi anche di occasioni di vita sociale se prevedono una cena al ristorante o in pizzeria. Le sue certezze spesso non si basano su fonti mediche, ma sul sentito dire o su fake news.
Ortoressia: i rischi e la cura
Secondo gli esperti, più i maschi che le donne corrono il rischio di soffrire di ortoressia, soprattutto se sono anche insicuri, perfezionisti, sempre alla ricerca di dimostrare quanto valgono. Oltre ad avere problemi di convivialità con gli altri, l’ortoressico può arrivare a soffrire di disturbi ansiosi. Se infatti un giorno si concede uno sfizio, come un gelato, si sente in colpa, come se avesse commesso qualcosa di grave. Privarsi del tutto di grassi o zuccheri, poi, espone a eccessiva magrezza, a debolezza, fa sentire svuotati di energie e predispone anche a disturbi neuro-cognitivi.
La terapia consiste nell’associare un trattamento di tipo cognitivo-comportamentale presso uno psicoterapeuta, a un percorso di rieducazione alimentare con un nutrizionista. Se l’ortoressico pratica anche sport, un trainer e un medico sportivo devono seguire il percorso e suggerire il tipo di allenamento adatto e le pause di riposo.
I sintomi dell’ortoressia
Secondo il dietologo americano Steven Bartman, il primo a parlare apertamente di ortoressia, una persona è a rischio se:
- Pensa più di 3 ore al giorno al cibo;
- Prova piacere a mangiare non per il gusto, ma solo per i presunti benefici di un cibo sul corpo;
- Percepisce la vita come positiva solo se il cibo che consuma è di alta qualità;
- Da quando ha iniziato a riflettere sulla sua alimentazione, è più soggetta ad ansia;
- È severa con se stessa riguardo il comportamento quotidiano e alimentare;
- Ogni volta che deve scegliere cosa mangiare, pensa alla prevenzione dalle malattie;
- Avverte senso di colpa se non si nutre in modo “corretto”;
- Pensa che mangiare bene significhi aver un buon autocontrollo.

L’anoressia sportiva
Il termine anoressia sportiva o anoressia atletica indica un atteggiamento alterato nei confronti di una normale alimentazione, nella errata convinzione che un peso corporeo molto basso sia essenziale per il miglioramento della performance. L’anoressia sportiva fa parte dei disturbi alimentari, ma si differenzia dall’anoressia nervosa perché non si verifica un rifiuto totale del cibo, in una alterata percezione del proprio corpo. Comporta invece una riduzione dell’introito calorico in vista del dimagrimento per la prestazione ottimale. Corrono un rischio maggiore di anoressia atletica le ragazze che si dedicano a sport come:
- ginnastica artistica
- ginnastica ritmica
- danza
- pattinaggio artistico
In generale, le discipline in cui la performance si basa anche sul basso peso corporeo oltre che sulle capacità atletiche possono, in alcuni casi, comportare anoressia sportiva. Gli esperti ritengono che questo disturbo si manifesti soprattutto nelle adolescenti e nelle giovani perfezioniste, con scarsa autostima e problemi di insicurezza sociale che vorrebbero superare attraverso il controllo sul proprio corpo.
Un problema che può diventare cronico
La magrezza si raggiunge attraverso un sovrallenamento che ha appunto l’obiettivo di bruciare le calorie introdotte con un’alimentazione già molto scarsa e squilibrata. È però bene non trascurare un dimagrimento eccessivo, perché esiste il rischio che un peso molto basso favorisca l’evoluzione di disturbi alimentari più seri e cronici.
Le ripercussioni sulla salute
Le giovani con anoressia atletica possono essere soggette ad amenorrea, ossia la mancanza di mestruazioni per alterazioni ormonali, legate alla quantità insufficiente di massa grassa che si accompagna a squilibri delle gonadotropine. A periodi in cui la mestruazione non compare (in genere in concomitanza con un’attività sportiva più intensa), si alternano mesi in cui il flusso compare normalmente. L’ovulazione può però essere irregolare o mancare del tutto, portando con il tempo all’infertilità.
Anche in questo caso, la cura consiste in un allenamento corretto ed equilibrato, sotto la guida di un allenatore competente. È necessario l’intervento dello psicoterapeuta, del nutrizionista ed eventualmente del ginecologo o dell’endocrinologo.

Vigoressia, l’ossessione della forma fisica
La vigoressia o bigoressia non è esattamente un disturbo della condotta alimentare, ma può spingere a commettere errori nel nutrirsi. Consiste nell’ossessione per la forma fisica, con l’obiettivo di sfoggiare muscoli iper-tonici che si possono ottenere frequentando assiduamente la palestra o praticando molta attività sportiva. L’allenamento diviene il pensiero fisso della propria giornata e il tramite per acquisire un fisico innaturalmente muscoloso e scolpito, senza un filo di grasso. Il vigoressico ha come unico interesse l’attività sportiva finalizzata alla forma fisica. Ogni minuto libero dal lavoro è dedicato alla palestra o allo sport, al punto di rinunciare a uscite con gli amici quando queste non prevedono movimento.
Più a rischio i giovani maschi
Solitamente sono più a rischio di vigoressia i soggetti di sesso maschile di età compresa tra i 25 e i 35 anni, ma oggi ne soffrono anche le persone più attempate. Sembra che siano più esposti alla vigoressia gli individui di livello culturale basso, che non hanno altri tipi di interessi. Per aumentare ulteriormente il tono muscolare, i vigoressici spesso assumono farmaci o sostanze anabolizzanti che possono avere serie ripercussioni sulla salute, soprattutto su quella del cuore.
Anche in questo caso è necessario che l’atleta, dopo aver preso coscienza del proprio problema, segua una terapia cognitivo-comportamentale e pratichi allenamento mirato, sotto guida di un medico dello sport.
Vigoressia: i sintomi
È a rischio di incorrere in vigoressia soprattutto chi:
- Dopo il lavoro corre ad allenarsi;
- Risponde spesso agli amici “non posso uscire, devo andare in palestra”;
- Pensa ossessivamente alla vostra forma fisica;
- Ha l’impressione di non essere mai abbastanza muscoloso;
- Assume sostanze che rendono più tonici senza parere del medico.

Perché rivolgersi a un centro specializzato
I disturbi alimentari che si accompagnano allo sport rischiano di manifestarsi in modo più serio e incontrollato se ci si allena senza gli essenziali consigli di allenatori e trainer esperti. È opportuno quindi affidarsi a centri di alto livello e a professionisti delle varie discipline, che possano consigliare l’allenamento su misura, i periodi di recupero adatti e sappiano motivare a un buon risultato, senza pressioni psicologiche eccessive, che rischiano di innescare disturbi alimentari come quelli visti in precedenza.
Nei centri Easy Fit, strutture All Inclusive presenti a Roma dal 2008 in diverse sedi, puoi scegliere la disciplina sportiva che preferisci, allenandoti in modo progressivo, senza eccessi e con l’ausilio di trainer altamente competenti, per raggiungere la soddisfazione e la forma fisica migliore. Per farlo è essenziale seguire però un’alimentazione sana ed equilibrata, rispettosa della salute. Presso questi centri è anche possibile richiedere un parere del nutrizionista e del medico sportivo, a sicurezza del più totale benessere.
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